La fase che stiamo attraversando è delicata: siamo tutti invitati a restare in casa limitando le uscite al soddisfacimento di esigenze primarie, perché solo così possiamo contribuire a limitare i contagi e ad evitare che il coronavirus continui a diffondersi.

È responsabilità di tutti tutelare la salute di ciascuno, in particolare quella degli anziani che sono in questo momento la categoria maggiormente esposta al rischio. È dunque fondamentale che questi non escano, evitando così di esporsi a rischi inutili.

Per molti di loro lo stile di vita che abbiamo tutti adottato negli ultimi tempi non è una novità: sappiamo infatti che una percentuale elevata di anziani vive sola ed è impossibilitata ad uscire per motivi di salute che ne limitano la mobilità e l’autonomia. Per altri l’emergenza che stiamo attraversando può costituire invece un vero e proprio trauma e mettere a dura prova la stabilità emotiva. Parliamo di un anziani che vivono soli e che sono ora privati, anche se per una buona causa, di piccole libertà quotidiane, e di coloro che vivono in casa di riposo, dove le visite dall’esterno sono giustamente cancellate o fortemente limitate.

Se proteggersi e proteggere il prossimo è in questo momento un dovere di tutti, e siamo quindi tenuti a limitare le visite ai nostri cari, non dobbiamo trascurare il pericolo costituito dall’isolamento e le sue conseguenze, prima fra tutte la depressione.

In tutti questi casi le relazioni con l’esterno devono essere curate con gli strumenti che la tecnologia mette a nostra disposizione, con il telefono, e con tutto ciò che ci permette di far sentire la nostra vicinanza a chi in questo momento è più debole.