La depressione senile, ovvero quella che colpisce la fascia della popolazione over 65, sembra essere un fenomeno in netto aumento.

La sua comparsa è imputabile a diversi fattori: l’aumento di patologie e di disturbi cronici, la perdita di autonomia, la progressiva riduzione di attività ed interessi, le difficoltà economiche, la perdita delle persone care e la mancanza di relazioni sociali sono solo alcune delle variabili che determinano un’incidenza sempre maggiore della depressione nella popolazione anziana. A queste va sicuramente aggiunta la solitudine, sia essa reale oppure soltanto percepita.

Va da sé che il rischio solitudine aumenti durante i periodi di vacanza, ed in particolare durante il periodo natalizio, durante il quale l’assenza di parenti ed amici pesa maggiormente e la sensazione di abbandono tende a farsi più acuta, sia essa giustificata o meno: secondo un’elaborazione di Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, su dati Istat raccolti in occasione delle feste natalizie sarebbe di 1,5 milioni il numero di anziani esposti ad un rischio solitudine reale in Italia.

Un rischio tangibile e da non sottovalutare, capace di causare un danno reale a discapito della salute psico – fisica dell’anziano.

Di fronte ad un dato del genere, che mette in evidenza la crescente fragilità della categoria durante questo periodo dell’anno, assume un’importanza fondamentale l’attività di chi si occupa di assistenza e sostegno per gli anziani, siano essi realmente soli e ormai privi di legami, oppure solo momentaneamente bisognosi di cure. L’assistenza domiciliare oppure esercitata presso le strutture dedicate, riesce a ridimensionare sensibilmente questo genere di malessere nell’anziano e va dunque ad incidere positivamente sul suo stato di salute sia fisico che mentale, contribuendo in maniera concreta a scongiurare l’insorgenza di forme depressive.