Caratteristiche, efficacia e sicurezza del vaccino anti Covid-19 sono temi molto discussi e dall’inizio della campagna vaccinale si sono sollevate perplessità e timori da parte di chi manifesta la volontà di non sottoporvisi: sono, secondo studi e statistiche, le stesse persone che hanno poca fiducia nei confronti dei vaccini in generale e i loro dubbi non hanno ragione di esistere. Proviamo perciò a fare un po’ di chiarezza e a capire perché è fondamentale che tutti, quando sarà il nostro turno, ci vacciniamo.

La prima precisazione da fare riguarda le caratteristiche del vaccino: diversamente da quanto alcune persone pensino, il vaccino non contiene il virus, né provoca la malattia quando viene iniettato, così come non provoca alterazioni genetiche. Previene invece l’infezione “addestrando” l’organismo a generare una risposta immunitaria dando vita ad anticorpi specifici. Svolta questa funzione, le molecole di cui è fatto il vaccino (mRNA) non restano nell’organismo ma si degradano nel giro di poco tempo, mentre gli anticorpi di cui ci si è dotati bloccano l’ingresso del virus: il sistema immunitario saprà ora riconoscerlo e combatterlo.

Altri infondati timori riguardano la relativa brevità dei tempi relativi a formulazione e sperimentazione dei vaccini anti Covid-19. È vero: il vaccino è stato messo a punto molto rapidamente, molto più di quanto accade normalmente, ma ciò non significa che gli studi siano stati sbrigativi o meno accurati, anzi. La rapidità delle operazioni è stata resa possibile da diversi fattori, come l’elevatissimo numero di persone coinvolte, di ben dieci volte superiore agli standard, le preesistenti ricerche e le enormi risorse economiche messe a disposizione. Anche le procedure di valutazione dei risultati ottenuti da parte delle agenzie regolatorie sono state condotte diversamente dal solito, permettendo di risparmiare moltissimo tempo: sono infatti arrivate man mano che questi venivano prodotti e non, come si usa fare, una volta completati gli studi. Nessuna delle regolari fasi di verifica sull’efficacia e sulla sicurezza del vaccino è stata quindi saltata.

Altre obiezioni, anch’esse prive di fondamento scientifico, riguardano l’efficacia del vaccino. Secondo i dati messi a disposizione, si è dimostrata una protezione capace di impedire al 95% degli adulti dai 16 anni in poi di sviluppare il COVID-19, senza sostanziali differenze tra classi di età, genere ed etnie. Non conosciamo ancora la durata effettiva della protezione, perché ovviamente è necessario un maggior tempo di osservazione, ma sulla base delle conoscenze a nostra disposizione indicativamente basate su altri tipi di coronavirus si può supporre una protezione di almeno 9-12 mesi. Nemmeno l’esistenza delle cosiddette varianti dovrebbe influire sull’efficacia del vaccino: quella recentemente segnalata in Inghilterra è attualmente in corso di valutazione, ma appare improbabile un effetto negativo sulla vaccinazione.

Infine, le reazioni avverse: nonostante venga dato enorme risalto a questi avvenimenti, va detto che quelle più comuni sono state di entità lieve o moderata, e si sono risolte nel giro di pochi giorni dalla vaccinazione. Si è trattato perlopiù di manifestazioni del tutto simili a quelle relative al vaccino anti-influenzale, quindi dolore al livello del sito di iniezione, stanchezza, mal di testa, dolore ai muscoli e alle articolazioni, brividi e febbre. Pochissimi, dall’inizio della campagna vaccinale, i casi di anafilassi che hanno riguardato soggetti con storie di allergie gravi o reazioni anafilattiche.

Concludiamo sottolineando un aspetto di fondamentale importanza: pensare che solo le categorie a rischio debbano sottoporsi al vaccino è profondamente sbagliato. Più persone si vaccinano, minore è la circolazione del virus: significa che la somministrazione del vaccino non protegge solo il singolo, ma anche chi abbiamo intorno, soprattutto chi non può vaccinarsi, e dunque vaccinandoci proteggiamo l’intera comunità. È solo attraverso questa pratica che possiamo pensare di tornare, poco per volta e con le dovute cautele, alla nostra vita di prima.