Alcuni ne parlano come dell’epidemia del XXI secolo, con oltre 400 milioni gli adulti che ne soffrono ed il coinvolgimento di oltre 600 milioni di persone previsto per il 2040: parliamo del diabete, patologia estremamente comune fra gli anziani.

In realtà il termine diabete è piuttosto generico, e lo utilizziamo per indicare una serie di malattie caratterizzate da un’elevata concentrazione di glucosio nel sangue, determinata da una carenza di insulina nell’organismo. Nello specifico, quello caratteristico degli anziani è il diabete di tipo 2, la cui insorgenza è causata da una combinazione di fattori rappresentati da modificazioni fisiologiche causate dall’invecchiamento: sono la diminuzione della secrezione di insulina, l’insulino-resistenza, l’aumento di peso o di massa grassa determinate da condotte alimentari scorrette, la sedentarietà, la coesistenza di più patologie e la conseguente politerapia. La qualità di vita dell’anziano e la sua fragilità subiscono a causa del diabete un impatto profondo, che comporta un aumento della vulnerabilità e della disabilità.

Il diabete è una patologia subdola, che può non essere individuata fino alla manifestazione delle complicanze acute (infarto, ictus, riduzione della vista o della funzione renale) e perciò la diagnosi nell’anziano non è sempre semplice: quelli che vengono descritti come i sintomi classici della malattia, ovvero iperglicemia, poliuria, polidipsia e polifagia, possono essere assenti e sostituiti da sintomi (astenia, perdita di peso, nicturia o pollachiuria) generici e riconducibili ad altre patologie.

Come per molte patologie, anche per il diabete la prevenzione è importantissima: il ruolo dell’alimentazione in questo senso è fondamentale, perché gli anziani tendono a trascurare e a gestire male questo aspetto della loro quotidianità. La dieta mediterranea è sempre una buona base da cui partire, ma il piano nutrizionale del paziente deve tener conto delle sue preferenze, delle sue abitudini, del suo stato di salute e delle eventuali terapie in atto. Altrettanto rilevanti sono l’idratazione e l’attività fisica, moderata e compatibile con le condizioni generali del paziente. È fondamentale eseguire screening a partire dai 65 anni e, posta la diagnosi di diabete, è essenziale che la glicemia sia costantemente monitorata e che le terapie impostate dal medico curante siano seguite con estrema attenzione. Nel caso delle terapie insuliniche il paziente deve essere istruito all’uso delle penne o delle siringhe in modo da provvedere autonomamente alla somministrazione del farmaco. Ciò richiede naturalmente che egli sia nel pieno delle proprie facoltà cognitive, se così non fosse dovrà essere debitamente assistito da un familiare o da una figura professionale.