Le statistiche parlano chiaro: in Italia sono 175 mila le persone che ogni anno fanno ricorso al pronto soccorso a causa di fratture, perlopiù riguardanti femori, vertebre e polsi. La stragrande maggioranza di questi casi è ovviamente composta da persone anziane, per le quali la frattura è un pericolo considerevole, con un indice di mortalità da non sottovalutare.

Per un anziano la frattura spesso non si limita alla “banale” rottura di un osso, ma può rappresentare l’innesco di un processo che può condurre a complicanze serie, compresa la riduzione degli anni di sopravvivenza. In caso di fratture gravi, quali sono ad esempio quella del femore o delle vertebre, può essere inoltre necessario l’intervento chirurgico, con tutto ciò che esso comporta: lo stress dell’anestesia, una degenza più o meno lunga in ospedale, il pericolo delle piaghe da decubito e la riabilitazione.

Ad accendere i riflettori sulla tematica della fragilità ossea e sulle sue conseguenze per la salute dei più anziani, è stata la Società italiana di ortopedia e traumatologia (SIOT) in occasione del suo ultimo Congresso Nazionale: secondo i presidenti del Congresso, quando si parla di fratture non si parla soltanto di un notevole costo socio-sanitario, ma di una vera e propria epidemia silenziosa, la cui l’origine risiede in una patologia ben precisa e spesso sottovalutata, ovvero l’osteoporosi

L’osteoporosi si caratterizza per una sostanziale riduzione della massa ossea: in parole semplici, la struttura ossea si deteriora, diventa porosa e fragile, ed il rischio di fratture aumenta. La diagnosi è effettivamente difficoltosa perché la malattia è asintomatica, ed il suo mancato riconoscimento può causare negli over 65 gravi deficit motori gravi, con conseguenti peggioramenti della qualità della vita e perdita dell’autonomia.

È una patologia difficile da eludere superati i 50 anni, perché indissolubilmente legata all’avanzare dell’età, ma si può provare a prevenirla con comportamenti mirati, ad esempio correggendo abitudini alimentari sbagliate: seguire una dieta equilibrata e ricca di vitamine, calcio e sali minerali è fondamentale, e le eventuali carenze di calcio e vitamina D, possono e devono essere integrate farmacologicamente. Anche l’attività fisica, svolta compatibilmente con il proprio stato di salute, contribuisce a migliorare la resistenza del tessuto osseo.

Al fine di evitare brutte cadute, arrivano dagli ortopedici suggerimenti semplici da mettere in pratica ma efficaci: gli antiscivolo nelle docce e una riduzione del numero di tappeti a casa sono ad esempio misure preventive che possono rivelarsi preziose per un anziano.