L’estate è per molti di noi la stagione delle vacanze e della spensieratezza. Per altri può invece rappresentare un periodo in cui le insidie si moltiplicano: è il caso degli anziani, in particolare quelli costretti a vivere in condizioni di solitudine ed isolamento.

Sono loro infatti, deboli e vulnerabili, ad essere le vittime predilette di malintenzionati che non si fanno scrupoli a sceglierli come oggetto di raggiri, truffe e furti.

Si tratta di un fenomeno di vasta portata e che ogni anno puntualmente si ripresenta quando le città si svuotano: arginarlo è difficile, ma possiamo provare a fornire qualche consiglio utile per mettere in guardia i nostri cari salvaguardandone il portafogli ma soprattutto l’incolumità e la sicurezza.

Prima di tutto, come si presenta il malintenzionato? Come è ovvio il suo aspetto non risponde a criteri di riconoscimento univoci, per questo possiamo affermare che la parola d’ordine deve essere diffidenza: uomo o donna, da solo o in coppia, il truffatore ha nella maggior parte dei casi un aspetto curato e rassicurante, è abile nel parlare, indossa spesso uniformi, tenute da lavoro oppure può mostrarci tesserini che ne dimostrano l’appartenenza ad enti pubblici o privati. Dunque, anche quando a suonare alla nostra porta o a fermarci per strada sono soggetti apparentemente innocui e affidabili, è bene non aprire o non dare loro confidenza.

Succede spesso che gli anziani vengano fermati all’uscita o di ritorno dalla banca o dalle Poste, quindi dopo aver riscosso la pensione o effettuato un semplice prelievo: anche in questi casi, bisogna diffidare di chi ci chiede informazioni che riguardano le nostre attività finanziare oppure, peggio, di “controllare” per qualche motivo le banconote. È buona regola anche evitare i prelievi eccessivamente consistenti. Può inoltre essere utile non essere “abitudinari”: evitare cioè le visite in filiale sempre al medesimo giorno e ora o facendo sempre lo stesso percorso.

Va poi ricordato che nessun dipendente o affiliato ha facoltà di chiederci di affidare loro carte, bancomat, codici PIN, libretti postali, ecc.

Altrettanto frequenti sono poi quelle che possiamo definire “truffe porta a porta”: quella delle pietre preziose, quella delle bollette da pagare, quella del pacco da consegnare ad un parente o ancora quella del forestiero bisognoso di un aiuto sono le più celebri e ricorrenti nei racconti dei malcapitati. Tutte hanno lo scopo di sottrarre rapidamente più o meno consistenti somme di denaro alle vittime.

In tutti questi casi, o in qualunque altra circostanza in cui si avverta il pericolo non bisogna esitare a chiamare le forze dell’ordine oppure a chiedere aiuto a vicini e parenti.