Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa progressiva ad evoluzione lenta la cui insorgenza è dovuta alla morte delle cellule che si trovano in una determinata zona del mesencefalo e che in condizioni normali sintetizzano e rilasciano la dopamina. Questa è un neurotrasmettitore essenziale per l’attività motoria ed è per questo che i suoi sintomi sono perlopiù legati al movimento.

Prima che la malattia diventi evidente e conclamata, è possibile individuare piccoli segnali che se riconosciuti a tempo debito possono contribuire ad una diagnosi tempestiva della malattia.

Vediamo insieme quali sono i campanelli d’allarme da non sottovalutare:

  • Perdita dei sensi del gusto e dell’olfatto;
  • Disturbi del sonno, sindrome delle gambe senza riposo, episodi di apnea;
  • Costipazione e altri problemi intestinali e della vescica, dovuti all’influenza della malattia sul sistema nervoso;
  • La mancanza di espressione facciale: la perdita di dopamina può interessare i muscoli facciali rendendoli rigidi e lenti;
  • Dolore al collo: comune nelle donne, si tratta di un dolore persistente e che per questo si differenza da un banale dolore muscolare;
  • Bradicinesia, ovvero il rallentamento di tutti i movimenti volontari: si manifesta in operazioni quotidiane e banali quali la scrittura, oppure nel lavarsi e vestirsi;
  • Cambiamenti del tono della voce e difficoltà nella pronuncia di determinate parole;
  • Ridotto movimento del braccio dovuto alla rigidità: è possibile notarlo dall’oscillazione delle braccia durante la camminata;
  • Eccessiva sudorazione dovuta alla perdita di capacità di autoregolarsi da parte dell’organismo;
  • Cambiamenti di umore e di personalità con frequenti manifestazioni di stati di ansia e depressione.

Purtroppo attualmente non abbiamo a nostra disposizione una cura risolutiva per il morbo di Parkinson, ma la diagnosi precoce ed il conseguente intervento terapeutico possono rallentare sensibilmente la progressione della malattia ed il decadimento psicofisico del paziente.