Quando i vasi arteriosi si irrigidiscono perdendo progressivamente elasticità e favorendo al loro interno l’accumulo di lipidi, si parla di aterosclerosi. Condizione molto comune superati i 50 anni di età, l’aterosclerosi è pericolosa perché responsabile del restringimento del lume delle arterie e del conseguente aumento del rischio di angina, infarti, ictus, ma anche insufficienza renale e difficoltà più o meno gravi nella deambulazione.
Fumo, pressione alta, diabete, regime alimentare scorretto, colesterolo alto, sovrappeso, sedentarietà e familiarità sono i fattori di rischio che contribuiscono all’aterosclerosi, malattia difficilmente individuabile perché spesso “asintomatica”: le conseguenze dei processi legati al suo progredire si manifestano infatti quando questa è ormai in fase avanzata.
Se è vero che in parte l’aterosclerosi è uno processo fisiologico legato all’invecchiamento e che restituire alle pareti del sistema arterioso lo stato di salute originario è impensabile, preservarle è invece possibile e necessario: l’intervento terapeutico indispensabile consiste dunque nella prevenzione primaria della malattia attraverso il costante controllo dei fattori di rischio e l’eliminazione dei comportamenti scorretti.
Tre i punti fondamentali:
- Seguire una dieta sana ed equilibrata, come quella mediterranea, basata sul consumo di legumi, verdure e cereali e caratterizzata da una quota contenuta di grassi saturi (latte intero, burro, uova, formaggi, carne e insaccati). Da limitare anche il consumo di alcol, dolci, sale e caffè;
- Evitare la sedentarietà svolgendo quotidianamente un po’ di movimento: basterà mezz’ora di camminata a passo svelto;
- Non fumare.