Per gli ipertesi l’estate dovrebbe essere in un certo senso un periodo di tregua: l’aumento della temperatura determina infatti un sensibile calo dei valori di pressione massima e minima. Non deve stupirci: sono tanti gli studi che hanno reso noto l’andamento “stagionale” della pressione, ovvero il fatto che questa subisca delle variazioni più o meno significative in conseguenza all’aumento e alla diminuzione delle temperature.

Se con le rigide temperature invernali la pressione tende a salire, in estate accade dunque l’inverso: la responsabilità è della vasodilatazione, che aumentando a causa del caldo determina maggiore sudorazione e dunque una maggiore perdita di liquidi, sodio e sali minerali. È un fenomeno che riguarda tutti, ma che sembra rivelarsi con maggiore intensità negli anziani, che devono prestarvi attenzione.

Tutto ciò infatti non rende la bella stagione esente da rischi: chi soffre di pressione alta sa bene che l’abbassamento rapido ed incontrollato dei valori pressori può provocare fastidi da non sottovalutare, quali debolezza delle gambe, vertigini, spossatezza, annebbiamenti della vista, capogiri, ma anche veri e propri svenimenti e collassi, che come sappiamo possono avere conseguenze secondarie di non trascurabile pericolosità per un anziano (fratture, ospedalizzazioni prolungate, ecc.).

Episodi simili vanno indagati ed è perciò consigliabile rivolgersi sempre al medico, il quale si preoccuperà anche dell’eventuale modifica della terapia farmacologica prescritta. Alcuni piccoli accorgimenti possono però aiutare i pazienti ipertesi a prevenire i suddetti disturbi: evitare la disidratazione bevendo molto, non esporsi direttamente ai raggi solari sia al mare che in città, soprattutto nelle ore più calde del giorno, utilizzare abiti leggeri e traspiranti per favorire la termoregolazione, mangiare frutta e verdura di stagione e in generali alimenti ricchi di potassio e magnesio, evitare alcolici, non alzarsi troppo rapidamente quando si è stesi e dormire con le gambe sollevate,