L’idratazione del nostro organismo attraverso l’assunzione di liquidi è indispensabile per la nostra esistenza: l’acqua partecipa infatti attivamente allo svolgimento di tutti i processi fisiologici e biochimici del nostro corpo.

L’acqua è, letteralmente, vita: solvente per sostanze nutrienti e coadiuvante durante i processi di digestione e trasporto dei nutrienti, così come nell’eliminazione delle scorie metaboliche.

Questi processi comportano la perdita di notevoli quantità di acqua con le urine, le feci, con la respirazione e la traspirazione della cute ed è perciò fondamentale che la quantità di acqua persa sia costantemente intergrata con l’assunzione di liquidi.

Se il bilancio idrico non viene mantenuto in equilibrio si rischia la disidratazione, con conseguenze anche molto gravi per il nostro organismo: queste vanno dall’alterata capacità di regolazione della temperatura corporea all’affaticamento cardiaco, passando per vari disturbi intestinali.

Nei soggetti anziani il rischio di disidratazione si fa più elevato perché collegato ad alcuni cambiamenti fisiologici correlati all’avanzare dell’età, in particolare viene meno o si indebolisce sensibilmente quel meccanismo ormonale che contrasta la disidratazione, così come la sensazione della sete tende ad affievolirsi. A ciò si aggiungono impedimenti fisici, come la scarsa mobilità e la conseguente impossibilità di procurarsi da bere in maniera autonoma, oppure psicologici, come accade negli anziani incontinenti che tendono a limitare l’introduzione di liquidi per ridurre al minimo questi episodi. Naturalmente tutto ciò si accentua nei soggetti affetti da stati di demenza più o meno grave.

Non va inoltre dimenticato che l’assunzione di determinate terapie farmacologiche (farmaci diuretici, cardiologici e lassativi) può incidere su questo processo.

Quando dobbiamo insospettirci?

Primo campanello d’allarme in caso di disidratazione è la secchezza delle fauci, cui seguono quella di pelle e mucose, comprese quelle oculari. Compaiono spesso senso di affaticamento, mal di testa, arrossamento della pelle, crampi muscolari e perdita dell’appetito con repentina perdita di peso. In alcuni casi possono manifestarsi anche vertigini, nausea, vomito, tachicardia, sdoppiamento della vista.

Quali sono allora gli accorgimenti per prevenire la disidratazione dei soggetti più anziani?

  • Offrire da bere più volte durante la giornata, anche lontano dai pasti, dilazionando i bicchieri d’acqua e creando momenti quali possono essere la merenda o lo spuntino per proporre liquidi alternativi (tè o succhi di frutta);

  • Rendere “appetibile” l’assunzione di liquidi con bevande gradite al soggetto anziano (compatibilmente con le eventuali patologie da cui è affetto);

  • Fornire sempre una quantità di acqua al momento della somministazione di un farmaco;

  • Garantire un’alimentazione quotidiana ricca di alimenti ad alto contenuto di acqua e minerali, come frutta e verdura;

  • Durante la stagione estiva, quando il rischio disidratazione si fa ovviamente più elevato, bisogna prestare attenzione anche all’abbigliamento in modo tale da limitare la perdita di liquidi che avviene con la normale traspirazione: procurare quindi all’anziano abiti leggeri, preferibilmente in fibre naturali quali cotone o lino; contrallere che non sia coperto eccessivamente se obbligato a letto; evitare di uscire nelle ore più calde della giornata.