Nonostante sia spesso sottovalutata, la malnutrizione è una problematica molto seria, che riguarda un gran numero di anziani, sia uomini che donne, ed in particolare i pazienti sottoposti a ricoveri in ospedale o a soggiorni più o meno prolungati in strutture di assistenza. Infatti, è in particolare in questi luoghi che l’anziano, se malnutrito, aumenta la propria fragilità nei confronti di malattie, complicanze ed infezioni, con un conseguente incremento del rischio di mortalità.

Nell’anziano la malnutrizione, intesa come mancata corrispondenza tra il fabbisogno e l’introito dei nutrienti necessari allo svolgimento di tutti i processi fisiologici, può essere riconducibile a cause e fattori diversi: quelli di natura fisiologica e patologica comprendono specifiche alterazioni che possono riguardare la capacità digestiva, l’assorbimento intestinale, il trasporto sanguigno inefficace, la scarsa metabolizzazione dei nutrienti ma anche le difficoltà nei processi di masticazione e deglutizione, la ridotta percezione di stimoli quali la fame e la sete, ed i comportamenti legati ad eventuali patologie neuro-degenerative come il morbo di Alzheimer e di Parkinson.

Di non minore importanza ed incidenza sono però i fattori psicologici, sociologici, economici ed ambientali: il deperimento può essere causato dalle difficoltà nel fare la spesa, dalla pigrizia e dalla tendenza a preferire pietanze di rapida preparazione ma di scarso valore nutritivo, o da un’inappetenza spesso legata a fenomeni di solitudine e depressione, così come il sovrappeso e l’obesità possono essere determinati da diete ipocaloriche adottate come meccanismo di compensazione per una vita non soddisfacente.

Come si può agire per prevenire situazioni di questo tipo?

Innanzi tutto, l’eccessivo consumo di formaggi, di insaccati, di un solo tipo di carne, poco pesce, troppi dolci e condimenti ed il mancato consumo di frutta e verdura sono cattive abitudini che vanno necessariamente evitate. È importante quindi seguire una dieta varia ed equilibrata, che fornisca tutti i macro-nutrienti (carboidrati, proteine, grassi e fibre) ed i micro-nutrienti (vitamine e sali minerali) necessari. Più nello specifico, può essere utile variare spesso il menu e non eccedere nelle porzioni consumando pasti leggeri ma frequenti, prestare attenzione alla masticazione, cucinare in modo semplice senza eccedere nei condimenti, preferendo l’olio extra vergine di oliva e utilizzando solo raramente il burro, assumere regolarmente cereali, legumi, frutta di stagione e verdura non eccessivamente cotta, in modo da non alterarne il contenuto in vitamine e sali minerali. Dolci e bevande alcoliche vanno limitate (un bicchiere di vino o birra per pasto) e va prestata particolare attenzione all’assunzione di alimenti liquidi: gli anziani tendono a bere meno del dovuto e ciò va evitato assumendo la quantità consigliata di acqua (circa un litro e mezzo al giorno, cioè 6 – 8 bicchieri d’acqua) ed eventualmente te, tisane o camomilla, evitando però l’aggiunta di zucchero.

Non dimentichiamo, infine, l’aspetto forse più rilevante e cioè il coinvolgimento. Per l’anziano che vive in casa evitare il consumo dei pasti in solitudine ma viverlo come un momento di convivialità e socializzazione insieme al resto della famiglia o a chi si prende cura di lui, può costituire la migliore delle cure.