Fondamentale per la salute delle nostre ossa e per la prevenzione di numerose patologie, la vitamina D è un ormone che il nostro organismo produce quando ci esponiamo alla luce del sole. Oltre a rinforzare il nostro apparato scheletrico, ha numerose altre funzioni, tra cui quella di contribuire a proteggere la funzionalità muscolare e di diminuire il rischio collegato a patologie nervose, autoimmuni e cardiovascolari.

Gran parte del suo assorbimento deriva dall’esposizione alla luce solare: al fine di evitare carenze basterebbe infatti stare un po’ all’aperto ogni giorno, senza esagerare e senza procurarsi scottature. Una breve passeggiata sarebbe più che sufficiente. Ma cosa accade se, come sta accadendo da quando è iniziato il lockdown da Coronavirus, la possibilità di uscire ogni giorno ci viene giustamente negata?

Il lungo periodo trascorso in casa potrebbe in effetti aumentare il rischio di sviluppare una carenza, ma questo non significa che ci sia bisogno di ricorrere necessariamente all’integrazione. Anche in questo caso, la regola è sempre la stessa: no al fai da te. Il sovradosaggio di vitamina D può avere gravi conseguenze per la salute e per questo è sempre indispensabile la prescrizione da parte del medico curante. Sebbene nelle persone anziane la carenza di vitamina D sia una condizione frequente, la somministrazione di integratori deve essere valutata dal medico e confermata sulla base del suo dosaggio tramite esami specifici del sangue.

Ciò che invece possiamo fare è agire in modo da prevenire tale condizione: i 15/20 minuti di esposizione giornaliera consigliati si possono trascorrere ad esempio in balcone o in giardino quando ce n’è la possibilità, oppure davanti a una finestra, magari mentre si svolgono attività stimolanti come la lettura, l’enigmistica o qualche esercizio di stimolazione cognitiva. Persino il tempo d’attesa trascorso il fila fuori dal supermercato o dalla farmacia può essere in fondo un’occasione per esporsi alla luce e al tepore del sole. Infine, consapevoli che solo in piccola parte la vitamina D può essere assimilata attraverso l’alimentazione, non dobbiamo poi dimenticare che alcuni alimenti come il salmone, le sardine, il tonno, lo sgombro, le aringhe, i gamberi, lo yogurt intero, il latte e i latticini, il tuorlo d’uovo, il fegato e i funghi ne sono ricchi e sono quindi da inserire in una dieta bilanciata.