Fino a qualche tempo fa solo pochi di noi sapevano cosa fosse un pulsossimetro, e per la maggior parte si trattava di “addetti ai lavori”. Da diverse settimane invece, ovvero da quando è iniziata l’emergenza legata al Coronavirus, è diventato per molti un oggetto utile e familiare.

Ma di cosa si tratta? Adatto anche all’uso domesico, il pulsossimetro (o saturimetro) è un piccolo dispositivo che ci fornisce determinate informazioni sul nostro stato salute, relative nello specifico alle pulsazioni cardiache e al livello di ossigenazione del sangue, ovvero la quantità di ossigeno che si riesce ad immagazzinare. Si tratta di strumenti molto semplici a forma di pinza che vanno posizionati sulla punta del dito, dotati di una sonda che permette di effettuare il rilevamento e di un display che fornisce in termini percentuali il dato misurato (SpO2). In condizioni normali, il valore di riferimento deve essere superiore al 95% altrimenti si parla di ipossiemia, cioè di un’anomala riduzione del livello di ossigeno nel sangue che va tenuta sotto controllo.

Così come è accaduto con mascherine, gel e soluzioni disinfettanti, guanti e via dicendo, anche questi dispositivi sono andati negli ultimi tempi a ruba a causa dell’emergenza sanitaria in corso. In molti sono incappati nell’errore di ritenerli essenziali nel rilevamento delle polmoniti da Covid-19, ma in realtà i dati forniti dai pulsossimetri non hanno alcuna utilità se lo scopo è quello dell’autodiagnosi, anzi rischiano di essere fuorvianti e generare allarmismi immotivati. Falsi positivi possono ad esempio essere generati da posizionamenti inadeguati, da problemi di circolazione, ma anche da eventuali difetti del sensore del dispositivo stesso o dallo smalto sulle unghie.

Il pulsossimetro è senz’altro uno strumento molto utile nei pazienti affetti da patologie respiratorie o cardiache croniche importanti che vogliono quotidianamente monitorare la propria salute, ma non si tratta assolutamente di uno strumento indispensabile né utile alla formulazione di diagnosi legate al Covid-19. A tal proposito ricordiamo che in presenza di sintomi sospetti (febbre, respiro affaticato, ecc.) il Ministero della Salute consiglia di rimanere in casa, non recarsi al pronto soccorso o presso gli studi medici, ma rivolgersi telefonicamente al medico di famiglia, alla guardia medica, ai numeri verdi regionali o al numero di pubblica utilità 1500 e seguire le indicazioni da questi fornite.