Prevenzione e diagnosi precoce sono le parole d’ordine quando si ha a che fare con patologie per le quali, purtroppo, non abbiamo ancora una cura. È il caso del morbo di Parkinson, malattia neurodegenerativa tra le più diffuse negli individui over 65 e di cui si contano circa 400mila casi solo in Italia.

Attualmente le terapie principali sono farmacologiche e si limitano al rallentamento del decorso della malattia. Alla somministrazione di farmaci si affiancano talvolta trattamenti coadiuvanti di vario genere: diversi studi si sono ad esempio concentrati sulla valutazione dell’eventuale efficacia della musica e delle attività ad essa collegate (danza, canto) nel miglioramento delle facoltà cognitive, dei comportamenti e del benessere emotivo dei pazienti. Ricerche interessanti che hanno evidenziato in molti casi dei miglioramenti, anche se non sono emersi risultati positivi in merito all’aspetto forse più importante, ovvero quello inerente il danno cognitivo.

Ad avere un ruolo fondamentale è sicuramente la terapia fisica: insieme al linguaggio, il movimento e le capacità di coordinazione sono le funzioni maggiormente compromesse dalla malattia. Bradicinesia, rigidità, tremori, instabilità posturale, passi corti e tendenza a trascinare i piedi sono i disturbi tipici del morbo in questione, sui quali si può lavorare attraverso lo svolgimento di esercizi mirati.

Alla luce di quanto detto, l’importanza della prevenzione è evidente e ne parliamo oggi perché aprile è il mese ad essa dedicato. Prima che la malattia si manifesti pienamente, si può intervenire sia a livello comportamentale che farmacologico su fattori di rischio quali l’ipertensione cronica, il diabete, l’obesità, le malattie cardiovascolari, il colesterolo alto, il consumo di alcool e il fumo.

Ugualmente importante è la diagnosi precoce, che consente di intervenire a livello terapeutico tempestivamente. Alcuni piccoli segnali talvolta precedono i sintomi inequivocabili come il tremore e saperli riconoscere può aiutare, ma è nostro dovere precisare in presenza di uno o più di questi bisogna rivolgersi al medico, perché sono sintomi generici e riconducibili anche ad altre condizioni decisamente meno preoccupanti. Sono un esempio l’incapacità di percepire e distinguere odori e sapori, disturbi e fastidi del tratto urinario e dell’apparato digerente, l’alterazione della sudorazione, RBD e altri disturbi del sonno, la bradicinesia, il ridotto movimento di un braccio, le difficoltà nella scrittura, i cambiamenti del tono di voce, i problemi di deglutizione e gli episodi di disfagia, la mancanza di espressione facciale e la depressione.