Quando si parla di ictus, è importante tener presente che in questa categoria rientrano diverse tipologie di deficit neurologico. Ne è un esempio il TIA, ovvero l’attacco ischemico transitorio, simile all’ictus in fatto di cause e sintomi ma differente perché temporaneo e reversibile.

Ad originarlo è l’ischemia, ovvero l’insufficiente afflusso di sangue ad un’area più o meno estesa del cervello. Si tratta di un deficit determinato dalla presenza di un coagulo di sangue, detto trombo o embolo, che occlude i vasi.

I fattori di rischio che causano questa condizione sono diversi e si suddividono in trattabili e non trattabili. I primi sono quelli per i quali è individuabile un rimedio, sia esso di natura farmacologica o comportamentale, e comprendono: ipertensione, diabete, cardiopatie e malattie della carotide, fumo, alcol, droghe, obesità e sovrappeso, colesterolo, sedentarietà e uso di pillola anticoncezionale. Per fattori di rischio non trattabili si intendono invece quelle caratteristiche del paziente che non sono modificabili, come età, familiarità della malattia, sesso, etnia e presenza di anemia falciforme.

La sua durata è variabile ma compresa in un periodo di tempo che va da pochi minuti a un’ora, con rare eccezioni. Data la sua natura transitoria, il TIA può essere sottovalutato o peggio ancora passare inosservato ed è perciò molto importante saperne riconoscere i sintomi. Benché questi dipendano dall’area del cervello coinvolta dal disturbo, possiamo individuarne tre tipicamente presenti, che sono la difficoltà a parlare, la paresi di un lato della faccia e l’incapacità di tenere sollevate entrambe le braccia. Se ne aggiungono talvolta altri, come l’intorpidimento di faccia e arti, le difficoltà relative a linguaggio e comprensione, l’equilibrio precario, le difficoltà a camminare e l’annebbiamento della vista.

Scomparsi i sintomi, il TIA si può dire terminato, ma va ribadito che pur non causando danni permanenti a livello cerebrale, l’episodio non va preso alla leggera: almeno un paziente su 5 colpito da ictus ha infatti manifestato un attacco ischemico transitorio in precedenza e per questo dobbiamo considerarlo come un vero e proprio campanello d’allarme.