Gli anglosassoni le chiamano “9 D”. È l’elenco costituito dai fattori di rischio per lo sviluppo di malnutrizione negli anziani:
- Dementia (demenza, disturbi cognitivi);
- Depression (depressione, disturbi del tono dell’umore)
- Disease (presenza di patologie sia acute che croniche)
- Dysgeusia (alterazione del gusto)
- Diarrhoea (diarrea)
- Drugs (terapie farmacologiche)
- Dentition (difficoltà nella masticazione)
- Dysfunction (perdita funzionale)
- Dysphagia (disfagia, disturbi della deglutizione)
L’elenco è esaustivo e rende bene la complessità del rapporto tra pazienti anziani e alimentazione, influenzato da molteplici variabili che comprendono sia la fisiologia che le condizioni socioeconomiche e psicologiche. Una complessità che spesso viene sottovalutata: la diminuzione dell’appetito e la riduzione dell’apporto alimentare negli anziani ci sembrano normali, ma l’indebolimento che queste comportano può essere determinante nell’aumento della fragilità del paziente in fatto di malattie, infezioni e complicanze.
È proprio in questi casi che si parla propriamente di malnutrizione, quando cioè struttura e funzionalità dell’organismo vengono alterate a causa di uno squilibrio tra il fabbisogno di nutrienti necessari allo svolgimento di tutti i processi fisiologici e l’effettivo introito di questi.
Quali sono dunque i comportamenti che favoriscono l’insorgere di questa condizione?
Il più diffuso consiste senza dubbio nel mancato consumo della quantità adeguata di frutta e verdura, di cui si consigliano 3 o 4 porzioni al giorno. Altrettanto nocivo è il consumo eccessivo di formaggi, insaccati, carne, dolci, alcol e sale, questo perché gli anziani hanno bisogno di alimenti con un alto rapporto di proporzione tra nutrienti e calorie.
Seguono la mancanza di attenzione nei confronti dei problemi di masticazione, disfagia e disidratazione: il consumo di cibi dalla consistenza liquida aiuta a porre rimedio a queste condizioni.
Da evitare anche le porzioni eccessive, cui vanno preferiti pasti leggeri e frequenti durante il giorno.
In conclusione, il consiglio generale non può che essere quello di rispettare una dieta equilibrata e varia, senza dimenticare uno degli aspetti più rilevanti dello stare a tavola: la convivialità. Per l’anziano a rischio malnutrizione, consumare un pasto in compagnia di un parente, di un amico o di chi si prende cura di lui può costituire la più efficace delle cure.