Gli anglosassoni le chiamano “9 D”. È l’elenco costituito dai fattori di rischio per lo sviluppo di malnutrizione negli anziani:

  1. Dementia (demenza, disturbi cognitivi);
  2. Depression (depressione, disturbi del tono dell’umore)
  3. Disease (presenza di patologie sia acute che croniche)
  4. Dysgeusia (alterazione del gusto)
  5. Diarrhoea (diarrea)
  6. Drugs (terapie farmacologiche)
  7. Dentition (difficoltà nella masticazione)
  8. Dysfunction (perdita funzionale)
  9. Dysphagia (disfagia, disturbi della deglutizione)

L’elenco è esaustivo e rende bene la complessità del rapporto tra pazienti anziani e alimentazione, influenzato da molteplici variabili che comprendono sia la fisiologia che le condizioni socioeconomiche e psicologiche. Una complessità che spesso viene sottovalutata: la diminuzione dell’appetito e la riduzione dell’apporto alimentare negli anziani ci sembrano normali, ma l’indebolimento che queste comportano può essere determinante nell’aumento della fragilità del paziente in fatto di malattie, infezioni e complicanze. 

È proprio in questi casi che si parla propriamente di malnutrizione, quando cioè struttura e funzionalità dell’organismo vengono alterate a causa di uno squilibrio tra il fabbisogno di nutrienti necessari allo svolgimento di tutti i processi fisiologici e l’effettivo introito di questi.

Quali sono dunque i comportamenti che favoriscono l’insorgere di questa condizione?

Il più diffuso consiste senza dubbio nel mancato consumo della quantità adeguata di frutta e verdura, di cui si consigliano 3 o 4 porzioni al giorno. Altrettanto nocivo è il consumo eccessivo di formaggi, insaccati, carne, dolci, alcol e sale, questo perché gli anziani hanno bisogno di alimenti con un alto rapporto di proporzione tra nutrienti e calorie.

Seguono la mancanza di attenzione nei confronti dei problemi di masticazione, disfagia e disidratazione: il consumo di cibi dalla consistenza liquida aiuta a porre rimedio a queste condizioni. 

Da evitare anche le porzioni eccessive, cui vanno preferiti pasti leggeri e frequenti durante il giorno.

In conclusione, il consiglio generale non può che essere quello di rispettare una dieta equilibrata e varia, senza dimenticare uno degli aspetti più rilevanti dello stare a tavola: la convivialità. Per l’anziano a rischio malnutrizione, consumare un pasto in compagnia di un parente, di un amico o di chi si prende cura di lui può costituire la più efficace delle cure.