Stanchezza, pallore, tachicardia, inappetenza, nausea, debolezza di unghie e capelli sono sintomi che devono farci insospettire: potrebbe trattarsi di anemia, una patologia spesso sottostimata e che invece può avere conseguenze anche molto gravi, soprattutto nei pazienti anziani. In questi soggetti, un’anemia non trattata può infatti determinare un rapido peggioramento delle patologie già presenti e la compromissione dell’autosufficienza, dell’indipendenza e della qualità di vita del paziente.

La concentrazione di emoglobina nel sangue costituisce un fattore di determinante importanza nella salute dell’anziano, ed il suo abbassamento al di sotto dei 12 g/dl nelle donne e 13 g/dl negli uomini può contribuire concretamente al declino funzionale del paziente: questo perché la riduzione di emoglobina nel sangue provoca la diminuzione della disponibilità di ossigeno, condizione che può determinare difficoltà motorie più o meno gravi, fino alla disabilità, ed una sensibile diminuzione della forza muscolare.

Si tratta, per gli over 65, di un problema diffuso: secondo l’OMS l’anemia senile interessa circa il 13% della popolazione che ha superato i 70 anni di età, con un picco dopo gli 80. In gran parte dei casi ad esserne colpiti sarebbero soprattutto gli anziani affetti da patologie preesistenti: problemi cardiovascolari e polmonari, ictus, ulcere gastriche, insufficienze renali, deficit di tipo cognitivo, malnutrizione, neoplasie e processi infettivi cronici. La causa più comune è comunque la carenza di ferro, negli anziani spesso legata all’uso di farmaci, alla presenza di ulcere e diverticoli, deficit di assorbimento e carenza di vitamina B12 ed acido folico.

Come accade per molte patologie, per l’anemia la prima cura è la prevenzione, soprattutto attraverso l’alimentazione: rivolgersi ad uno specialista con il quale concordare un adeguato regime alimentare può addirittura evitare il ricorso ai farmaci. L’ideale è una dieta ricca di cibi ad alto contenuto di ferro, come i legumi, il pane arricchito con germe di grano, cereali, alcune verdure (patate, carote, broccoli e pomodori), carne, pesce e molluschi. Ottimi anche i succhi a base di agrumi e quindi ricchi di vitamina C. Anche il limone come condimento può rivelarsi utile, perché il suo succo aiuta ad assimilare le proteine. I latticini possono invece renderne difficile l’assorbimento e perciò non bisognerebbe abusarne: anche al mattino, una manciata di frutta secca è da preferire alla tradizionale tazza di latte.