La depressione senile è un fenomeno sempre più comune e frequente, benché spesso sottovalutato. Si tratta di un disturbo psichiatrico che si manifesta attraverso sintomi simili in parte a quelli che caratterizzano in generale la depressione dell’adulto, e quindi tristezza, diminuzione della spinta vitale, perdita di interessi, isolamento sociale e clinofilia, ma che viene diagnosticato con tale specifica definizione a partire dai 65 anni di età.

Nei soggetti over la patologia presenta caratteristiche e sintomi peculiari: è ad esempio abbastanza frequente che i pazienti anziani non manifestino il proprio stato verbalmente, ma lo facciano lamentando dolori di vario genere a livello fisico, manifestando preoccupazioni esagerate in merito alla propria salute, dando vita talvolta a veri e proprio deliri ipocondriaci. Questi sono generati da preoccupazioni del tutto irrazionali riguardanti problemi di salute inesistenti, la cui esplosione può essere determinata da uno stato di ansia crescente. Gli allarmi con cui vengono manifestate tali preoccupazioni sono continui ed immotivati, e hanno lo scopo, quasi sempre inconscio, di richiamare l’attenzione di chi accudisce, provocando non poche difficoltà al caregiver: diventa infatti difficile distinguere l’emergenza vera da quella dettata dal delirio.

Come comportarsi di fronte ad un anziano ipocondriaco e come tranquillizzarlo?

Allarmarsi è naturale, e quando davvero necessario è opportuno ricorrere al parere del medico, ma è importante non assecondare sempre il volere dell’anziano in questo senso. Se si è certi dell’infondatezza di tali manifestazioni, avallare questo atteggiamento è controproducente: bisogna invece cercare di mettere il paziente di fronte al fatto che non esiste alcun problema, che non è necessario alcun controllo o consulto medico, rendendolo per quanto possibile consapevole della realtà obiettiva e dell’evidenza dei fatti. In questi casi è molto importante rimanere calmi, non perdere la pazienza e non sottolineare la natura psicotica di tali episodi, perché ciò non farebbe che accrescere le preoccupazioni e generare nuove e più profonde ansie.

In casi di ipocondria nell’anziano può essere utile rivolgersi ad uno psicologo, il quale col suo intervento può aiutare il paziente a rapportarsi meglio con le sue paure e a tenerle sotto controllo, ma anche piccoli accorgimenti quotidiani, volti ad esempio a ridurre fonti di stress, stanchezza e “dolori”, possono contribuire a migliorare la situazione. Quando l’anziano manifesta preoccupazioni ossessive riguardanti il suo stato di salute, dimostrargli che non gli sta accadendo nulla di grave rassicurandolo, facendolo sentire amorevolmente accudito e proponendogli una soluzione semplice al problema possono già avere l’effetto di una cura.