Quanto è importante la prevenzione quando si parla di ictus? È una domanda che ci poniamo spesso, in particolar modo durante il mese di aprile, che proprio alla prevenzione di questa pericolosa patologia è dedicato.
L’ictus cerebrale è una delle malattie neurologiche più frequenti nella terza età. Pur non riguardando solo gli anziani, la maggior parte dei malati appartiene infatti alla fascia che ha superato i 65 anni di età, per un totale di più di 200mila casi l’anno solo in Italia.

Conseguenza dell’ictus, che può consistere in un’ischemia o in un’emorragia a livello cerebrale, è un danneggiamento di una parte più o meno estesa del cervello e la perdita (solo talvolta reversibile) della sua capacità di svolgere determinate funzioni. Queste riguardano perlopiù il movimento ed il linguaggio: se l’ictus provoca un danno che interessa il lato destro del cervello, le conseguenze possono comprendere la paralisi o perdita di sensibilità del lato sinistro, la perdita di percezione spaziale, la tendenza all’impulsività e a non valutare correttamente le proprie capacità, la perdita della visione nel lato sinistro di entrambi gli occhi. Un danno al lato sinistro invece può causare: paralisi o perdita di sensibilità del lato destro, difficoltà di linguaggio e di deglutizione, lentezza nelle reazioni, perdita della visione nel lato destro di entrambi gli occhi.

Rispondiamo dunque alla domanda che ci siamo posti inizialmente: la prevenzione in fatto di ictus è fondamentale. Nella fase asintomatica della malattia, e cioè prima che questa si manifesti, si può e si deve intervenire tramite rimedio comportamentale e farmacologico sui fattori di rischio potenzialmente trattabili, ovvero l’ipertensione cronica, il diabete, l’obesità, le malattie cardiovascolari, il colesterolo alto, il consumo di alcool e il fumo.

Ecco i nostri consigli volti alla prevenzione primaria:

  • Non fumare e non eccedere nel consumo di bevande alcoliche;
  • Seguire una dieta bilanciata in cui il consumo di sale e di grassi sia ridotto;
  • Svolgere regolarmente attività fisica moderata (passeggiare, fare le scale a piedi, andare in bicicletta o in piscina);
  • Tenere sotto controllo la pressione arteriosa, monitorarne i valori e, in caso di soggetti in cui l’ipertensione è già stata accertata, adeguare la terapia farmacologica verificando l’eventuale presenza di fibrillazione atriale;
  • Misurare il colesterolo e la glicemia.

Per i pazienti che hanno già avuto un ictus invece è particolarmente importante:

  • Effettuare almeno 2 volte l’anno le visite di controllo programmate sia dal neurologo che da altri specialisti, come ad esempio il cardiologo;
  • Eseguire gli esami strumentali di controllo che gli vengono richiesti (es. ecocolordoppler dei vasi del collo, doppler transcranico, ecocardiogramma, ecc.)