La fibrillazione atriale è una patologia cardiaca che consiste nell’alterazione del normale ritmo del cuore.Coinvolgendo le cavità poste nella parte superiore del muscolo cardiaco, la malattia ne rende impossibile la contrazione andando ad influenzare negativamente la funzionalità dei ventricoli e del flusso sanguigno: le conseguenze sono l’accelerazione e l’irregolarità del battito che, in condizioni normali, è di 60-80 pulsazioni al minuto mentre, in caso di fibrillazione atriale, varia tra 300 e 600 battiti al minuto.

Questa patologia coinvolge in Italia circa 600 mila persone e le probabilità di svilupparla aumentano con l’età: pur essendo riconducibile a numerose cause diverse tra loro, è solitamente dovuta all’invecchiamento del cuore e alla conseguente dilatazione dell’atrio. Pertanto è comune nei pazienti che hanno superato i 65 anni di età.

Ne distinguiamo cinque tipologie in base a gravità e durata:

  • Fibrillazione atriale di primo episodio;

  • Fibrillazione atriale parossistica: improvvisa e di carattere transitorio, ha durata inferiore ai 7 giorni;

  • Fibrillazione atriale persistente: non si risolve spontaneamente ma necessita di interventi terapeutici; la sua durata è superiore ai 7 giorni;

  • Fibrillazione atriale permanente: ha una durata superiore a un anno ed è la forma più seria di aritmia; necessita perciò di un trattamento specifico e continuativo;

  • Fibrillazione atriale ricorrente (sia di tipo parossistico che persistente). 

Nei pazienti giovani, la fibrillazione atriale è perlopiù asintomatica e solo in seguito ad esami o visite mediche si scopre di esserne affetti. Quando invece si manifesta, lo fa tramite polso irregolare, dolore toracico, palpitazioni, debolezza, confusione mentale, difficoltà respiratorie, vertigini, sudorazione, affaticamento in seguito ad uno sforzo fisico e/o episodi di ansia.

Pur non comportando dei rischi diretti per il paziente che ne è affetto, se non diagnosticata ed opportunamente curata la fibrillazione atriale può avere conseguenze molto serie, quali insufficienza cardiaca, ictus, insufficienza renale e morte prematura.

Ciò è vero in particolar modo per i pazienti più anziani: per questi è importantissima la prevenzione ed il controllo dell’evolversi della patologia, soprattutto in caso di ictus o attacco ischemico transitorio (TIA) precedenti, insufficienza cardiaca, ipertensione, diabete mellito e/o malattie vascolari. È dunque consigliabile uno stile di vita corretto, che eviti fattori di rischio quali alcol, fumo, droghe e abuso di farmaci, il monitoraggio costante della pressione arteriosa e saper riconoscere i sintomi della malattia in modo da rivolgersi tempestivamente ad un medico se necessario.