L’osteoporosi è una condizione indissolubilmente legata all’avanzare dell’età: possiamo dire che tutti coloro che superano la soglia dei 50 anni, sono soggetti ad un certo grado di osteoporosi. Si ritiene che in Italia siano circa 5 milioni gli individui ad esserne colpiti, in gran parte donne: con la menopausa infatti viene meno la produzione di estrogeni, atti a regolare la quantità di calcio presente nelle ossa. Altri fattori di rischio sono sicuramente una dieta povera di calcio, o eccessivamente ricca di sodio e proteine, una vita sedentaria e la familiarità della malattia.

Riduzione della massa ossea e deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo sono i tratti distintivi della malattia: la struttura ossea diventa porosa e fragile, con un conseguente incremento del rischio di fratture. Queste possono comportare conseguenze gravi che vanno dall’invalidità al decesso: circa il 25% dei pazienti muore entro un anno dall’evento fratturativo, che riguarda perlopiù femore, colonna vertebrale e polso.

L’asintomaticità della malattia ne rende in parte difficoltosa la diagnosi: soltanto quando determinata da schiacciamenti o microfratture delle ossa si manifesta con il dolore. Ciò nonostante è fondamentale che questa condizione sia opportunamente e tempestivamente diagnosticata mediante anamnesi ed esame obiettivo del paziente, MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata), analisi del sangue,esami di routine e radiologici.

Per quanto legata al sopraggiungere della terza età, è ormai opinione consolidata tra gli esperti che l’osteoporosi sia in parte prevenibile o soggetta ad ampi margini di miglioramento per gli individui che ne sono affetti. Già dall’infanzia è infatti possibile attuare forme di prevenzione che consentano uno sviluppo scheletrico ottimale: una corretta alimentazione con l’opportuno apporto di calcio e un’adeguata attività fisica influiscono positivamente su di esso. Le stesse linee guida dopo la menopausa e in generale nell’individuo anziano sono essenziali per rallentare il deterioramento della massa ossea e favorirne seppur in minima percentuale lo sviluppo.